Il suo nome è Ashley Lawrence, è una studentessa del Kentucky, Stati Uniti. Assieme a sua madre e grazie a una semplice macchina da cucire sta preparando mascherine per la comunità dei sordi e degli ipoudenti che, come tutti se non di più, sta vivendo con estrema difficoltà il momento di emergenza Covid-19. La loro non è un’iniziativa imprenditoriale, ci sono già abbastanza aziende che stanno approfittando del momento per vendere i loro prodotti. Tutt’altro: Ashley e sua mamma le spediscono nelle diverse città degli USA a chi ne ha bisogno.
«Protezioni di questo tipo esistono già – ha raccontato la 21enne a Mashable – sono fatte con il tessuto usato per le mascherine chirurgiche e hanno un pezzo di carta trasparente. Tuttavia, proprio come le normali protezioni, anche queste sono diventate difficili da trovare oggi». Per questo la studentessa ha deciso di dare il suo contributo in un ottica no profit.
«Ho modificato il modello per essere adattato a coloro che leggono le labbra o che, durante la comunicazione con la lingua dei segni, si affidano alle espressioni facciali per comprendere significati e intenzioni – continua Ashley – le espressioni facciali fanno parte della grammatica della lingua dei segni, come anche il labiale. Si perdono informazioni se non si può vedere il volto».
Per capire quanto possa essere importante, basti pensare non soltanto al quotidiano di chi soffre di problemi di udito, ma anche alla necessità di capire cosa dice un medico, un infermiere o un farmacista in questo periodo di difficoltà. Con un dispositivo simile, il sordo potrebbe capirlo senza troppi problemi leggendo i movimenti delle sue labbra.
E in Italia?
Dl Kentucky a Taranto. In un epoca di globalizzazione, le distanze si accorciano.
Carla e Angelo, coniugi e volontari dell’associazione Giorgioforever, assieme ad altri, hanno iniziato a cucire mascherine utili alle persone sorde «perché non siano doppiamente penalizzate».
Anche in questo caso sono mascherine con la bocca a vista, visibile attraverso un materiale trasparente per consentire alle persone sorde di leggere il labiale.
Così scrive l’associazione Giorgioforever su Facebook: «Notando le difficoltà che le persone sorde riscontrano con l’utilizzo obbligatorio delle mascherine, ci siamo mossi per iniziare a produrne un tipo con la parte centrale trasparente per poter permettere loro di leggere il labiale. Le doneremo a tutti coloro che hanno l’esigenza di rendere meno complicata la comunicazione».
E a livello istituzionale che succede? Il 28 marzo l’istituto per sordi di Messina ha fatto una richiesta specifica, ora al vaglio del ministero dello Sviluppo Economico. In sostanza chiedono di produrre DPI per chi ha bisogno di leggere il movimento delle labbra.
Anche l’associazione il Quadrifoglio di Ravenna ha scritto una lettera, riportata dalle testate locali, in cui si spiegano i problemi di comunicazione che i sordi stanno vivendo anche in questo momento di emergenza.
Succede anche in Italia infatti che chi soffre di problemi di udito, dovendo andare al Pronto soccorso per qualunque necessità, sia costretto a rimanere in attesa anche un’intera giornata perché non in grado di interloquire con il personale sanitario.