Oggi, 27 Agosto 2021, parliamo di

Apparecchi acustici: personalizzazione mediante analisi del profilo uditivo

L’HUNT Cohort Study è il primo studio di follow-up a che valuta l'impatto dell'utilizzo dei dispositivi musicali personali.

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Dall’analisi del profilo uditivo indicazioni per valutare l’efficacia degli apparecchi acustici e scelte più mirate. Lo rivela un nuovo studio danese.

Gli studi sui soggetti portatori di apparecchi acustici (AA) spesso riportano risultati differenti nelle prove vocali con rumore di competizione (SIN). Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che il grado in cui gli attuali fitting di AA possono soddisfare le esigenze di ascolto individuali, varia a seconda del profilo uditivo dell’utente e delle situazioni di ascolto in cui si trova. 

Per analizzare e riuscire a predire nella maniera più attendibile il guadagno previsto dall’utilizzo di apparecchi acustici, diversi studi hanno provato a dividere in profili a seconda della condizione uditiva di partenza degli individui.

I quattro profili uditivi e le misurazioni

In un recente studio svolto da un gruppo di ricerca della Danimarca, gli ascoltatori sono stati classificati in quattro profili uditivi distinti sulla base dei risultati ottenuti dalla batteria di test uditivi del progetto Better hEAring Rehabilitation (BEAR). 

Questa batteria di test include misurazioni tra cui: udibilità alle frequenze acute, udibilità alle frequenze gravi, processing binaurale, percezione della loudness e intelligibilità del parlato. 

I profili uditivi sono stati divisi rispettivamente in: ascoltatori di Profilo-A con risultati buoni o quasi per tutte le misurazioni; ascoltatori Profilo-C mostrano risultati scarsi per tutte le misurazioni; ascoltatori Profilo-B e Profilo-D, a loro volta, mostrano risultati misti. 

L’obiettivo del presente studio era quello di analizzare l’influenza dei 4 profili uditivi di partenza sull’outcome delle prove SIN con apparecchi acustici indossati, sottoponendo i partecipanti a diversi scenari di rumore. Oltre a questo primo quesito, è stato analizzato come la presenza di rumore di fondo influisse sui risultati SIN nello stesso gruppo di soggetti e come i sistemi di fitting automatico suggeriti dai diversi produttori influenzino gli esiti SIN per i diversi profili uditivi. 

Per trovare risposta alle seguenti domande, sono stati eseguiti un compito di riconoscimento del parlato (HINT) e un compito JFC (Just Follow Conversation) che prevedeva l’auto-regolazione del livello del discorso target. I partecipanti sono stati immersi in tre condizioni di rumore di competizione differente, nello specifico: discorso stazionario (SSN), babble noise a forma di discorso (BBN) e babble noise a forma di discorso con dialoghi in competizione (BBNþDLGs).

Gli utenti ipoacusici portatori di apparecchi acustici con almeno 2 anni di esperienza appartenenti a diversi profili uditivi (31) sono stati reclutati insieme a un gruppo di riferimento di ascoltatori normoacusici (6). Ogni utente ipoacusico è stato dotato di tre AA retroauricolari all’avanguardia (GN LiNX Quattro, Oticon Opn S1 e Widex Evoke 440), fittati secondo le opzioni consigliate dal rispettivo produttore.  Gli utenti con AA hanno seguito il percorso di fitting e misurazioni REM – REUG, REOG e REIG -, eseguite dopo ogni regolazione.

Effetto del rumore e dell’apparecchio acustico utilizzato

I risultati hanno mostrato che gli utenti ipoacusici con deficit uditivi lievi hanno ottenuto risultati migliori rispetto agli utenti con deficit uditivi pronunciati nell’attività di riconoscimento vocale oltre che nel compito JFC. I partecipanti con deficit uditivi pronunciati hanno ottenuto risultati SIN differenti a seconda degli AA utilizzati, comportando differenze nel guadagno dato dall’AA

Nel complesso, questi risultati implicano che le attuali formule di fitting proprietarie sono limitate nella loro capacità di garantire buoni risultati SIN, specialmente per gli utenti con deficit uditivi importanti, per i quali la scelta del dispositivo sembra più consequenziale.

Come sottolineato in precedenza, gli attuali fitting automatici degli AA si basano interamente sull’audiogramma tonale trascurando i test sovraliminari ed eventuali sofferenze retrococleari o cocleari. Pertanto, è possibile che gli utenti ipoacusici con determinate sofferenze mostrino esiti SIN particolarmente scarsi in determinati scenari di rumore, mentre gli utenti di AA ipoacusici ma privi di queste sofferenze possano riuscire meglio nelle stesse situazioni. Quando un rumore mascherante diventa più simile a un segnale vocale target è generalmente più difficile da sopprimere per il sistema uditivo (mascheramento informativo), soprattutto per i soggetti con sofferenze cocleari e retro. A seconda del profilo uditivo di appartenenza, l’esito del SIN con apparecchi acustici varia in base al tipo di rumore in cui si è immersi.

In generale, la condizione di rumore di BBNþDLGs ha dato i risultati peggiori, indipendentemente dal test e dal profilo uditivo di appartenenza. Inoltre, per entrambi i risultati SIN c’era una correlazione statisticamente significativa tra profilo uditivo e AA, sottolineando come gli utenti di Profilo-C erano particolarmente svantaggiati quando testati con AA3. Ciò è dovuto al fatto che i partecipanti del profilo C avevano le perdite uditive più importanti e l’AA3 forniva il minor guadagno complessivo. Dato che AA2 e AA3 hanno fornito quantità simili di guadagno a 2000 Hz e oltre, il guadagno più basso nel range da 500 a 1000 Hz sembra spiegare gli scarsi risultati dei partecipanti al Profilo-C.

Quali applicazioni per il futuro

Una regolazione più personalizzata dell’apparecchio acustico può portare ad una riabilitazione più efficace, beneficiando di una più profonda comprensione delle conseguenze percettive causate da vari tipi di deficit uditivi. Utilizzando i profili uditivi del progetto BEAR, è stato possibile identificare i portatori di apparecchi acustici con risultati SIN da buoni a scarsi. Gli utenti di AA con deficit uditivi pronunciati (in termini sia di ipoacusia che di deficit uditivo sopra soglia) sono stati significativamente influenzati dalla scelta dell’AA, producendo esiti SIN più scarsi. Nella pratica clinica, la scelta del marchio di AA in genere non tiene in considerazione i deficit uditivi del paziente, comportando importanti conseguenze nell’esito del trattamento. Nel complesso, l’analisi del profilo uditivo può fornire una base per le indagini sull’efficacia delle nuove tecnologie degli apparecchi acustici e portare alla scelta di soluzioni più mirate per specifici deficit uditivi.

Reference

Wu M, Cañete OM, Schmidt JH, Fereczkowski M, Neher T. Influence of Three Auditory Profiles on Aided Speech Perception in Different Noise Scenarios. Trends in Hearing. January 2021.