La Diagnostica Vestibolare negli ultimi anni si è molto perfezionata ed attualmente le conoscenze sulle patologie dell’orecchio interno sono molto più ampie e precise che in passato.
Manca tuttavia la diagnosi eziologica che il più delle volte sfugge allo specialista impedendo da un lato la diagnosi eziologica dall’altro un’efficace prevenzione. È ormai noto il rapporto tra i deficit venosi cronici cerebrali (CCSVI) e la Malattia di Menière e tra i deficit arteriosi ed il deficit vestibolare acuto, ma la diagnosi di certezza ci sfugge sia per la mancanza di strumenti che di parametri strumentali o laboratoristici certi.
Quello che sappiamo oggi è che il labirinto, pur essendo un organo ad alto dispendio energetico, possiede un sistema vascolare terminale che garantisce un apporto ematico molto ridotto rispetto agli altri organi di senso.
Qual’è il significato di questa incongruenza e perchè il decadimento uditivo e vestibolare da causa vascolare non avviene così rapidamente come si potrebbe pensare? Perchè è differente tra individuo ed individuo? È possibile che il labirinto sia in realtà una sentinella sempre attiva capace di intercettare problemi cardiovascolari in anticipo rispetto ad altre strutture? Quali strumenti abbiamo e quali potremmo utilizzare per dare una risposta a questi quesiti? Quali opzioni terapeutiche abbiamo a disposizione nel danno micro e macrocircolatorio?
A queste domande tenteremo di dare una risposta nel corso del Congresso Nazionale del Cenacolo Italiano di Audiovestibologia che finalmente, dopo due anni di assenza torna in presenza.