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Malattia di Ménière: trial clinico USA valuta l’efficacia di un SNRI

Un trial clinico USA su JAMA Otolaryngology non evidenzia una superiorità della venlafaxina vs placebo nella Ménière.

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La malattia di Ménière (MD), che rappresenta fino al 15% delle nuove diagnosi vestibolari, è una condizione caratterizzata da episodi di vertigine, ipoacusia neurosensoriale fluttuante alle basse-medie frequenze e acufeni e/o sensazione di pienezza auricolare. 

Nonostante la sua prevalenza, non è ancora stato identificato un trattamento ottimale in grado di ridurre o arrestare gli episodi vertiginosi. 

Un recente studio clinico statunitense,  randomizzato e controllato con placebo, ha avuto l’obiettivo di determinare l’efficacia di un inibitore della ricaptazione di serotonina e norepinefrina (SNRI, serotonin and norepinephrine reuptake inhibitor), la venlafaxina, nel trattamento di pazienti affetti da malattia di Ménière. 

L’ipotesi che la venlafaxina potesse essere un potenziale trattamento per la MD, si basa sia sugli effetti del farmaco sui recettori della vasopressina, coinvolti nella regolazione dei fluidi dell’orecchio interno, sia sulla sua efficacia nel trattamento dell’emicrania vestibolare, condizione simile alla MD per presentazione e fisiopatologia.

Lo studio

In questo studio pilota, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo e crossover, della durata di 22 settimane di follow-up, condotto in un singolo centro di riferimento terziario a Charleston, Carolina del Sud, sono stati arruolati 40 partecipanti di età pari o superiore a 18 anni (età media 56,6 anni) con diagnosi definitiva di malattia di Ménière secondo i criteri del Barany, che avessero avuto almeno 2 episodi di vertigine nell’ultimo mese e che non stessero assumendo diuretici, steroidi orali o farmaci serotonino-modulanti per la MD. 

I partecipanti sono stati randomizzati a ricevere venlafaxina 37,5 mg al giorno per 8 settimane, seguita da placebo per 8 settimane (Gruppo 2), oppure placebo per 8 settimane seguite da venlafaxina 37,5 mg al giorno per 8 settimane (Gruppo 1). 

L’outcome primario era il numero di episodi di vertigine. Gli outcome secondari includevano i punteggi su diverse scale, tra cui il Dizziness Handicap Inventory (DHI), il Neuropsychological Vertigo Inventory (NVI) e il Ménière Disease Patient-Oriented Symptom Index (MD POSI).

Ecco cosa è emerso

Al basale, i partecipanti (55% di sesso femminile) presentavano una media di 6,9 episodi di vertigine al mese. 

Durante la fase di trattamento con venlafaxina, la media degli episodi è stata di 2,7 al mese, mentre durante la fase placebo è stata di 2,5 episodi al mese. Non è stata identificata alcuna differenza significativa nel numero di episodi di vertigine tra il gruppo trattato con venlafaxina e il gruppo placebo (effetto size, -0.38 [IC 95%, -4.03 a 3.27]). 

Analogamente, non sono state riscontrate differenze significative tra i gruppi nei punteggi relativi alla qualità della vita valutati tramite le diverse scale. Una buona risposta al trattamento (riduzione ≥50% degli episodi di vertigine rispetto al basale) è stata osservata nel 76% dei pazienti durante la fase venlafaxina e nel 71% durante la fase placebo.

Conclusioni

Questo studio non ha evidenziato una superiorità della venlafaxina rispetto al placebo nella riduzione degli episodi di vertigine e nel miglioramento della qualità di vita nei pazienti con malattia di Ménière, sebbene sia stata osservata una riduzione significativa degli episodi in entrambe le fasi di trattamento rispetto al basale, suggerendo un notevole effetto placebo nella MD. 

Gli autori ipotizzano che la dose di venlafaxina utilizzata (37,5 mg al giorno) potrebbe essere stata insufficiente per mostrare una differenza significativa, considerando che dosi più elevate (fino a 150 mg) sono utilizzate nel trattamento profilattico dell’emicrania. Anche la breve durata delle fasi di trattamento (8 settimane) e il disegno crossover potrebbero aver influenzato i risultati.

È interessante notare che durante il follow-up a lungo termine, fino a 43 mesi dopo la conclusione dello studio, a 17 partecipanti è stata prescritta  venlafaxina off-label, e la maggior parte di loro riportava un miglioramento della condizione. Tuttavia, questi dati non provengono dal protocollo randomizzato e sono soggetti a bias.

Sarebbero necessari studi futuri con regimi di dosaggio differenti, coorti più ampie e periodi di terapia più lunghi per poter trarre conclusioni definitive sull’efficacia della venlafaxina in questa patologia. Ed è comunque  fondamentale considerare l’elevato effetto placebo nella progettazione di futuri trial clinici sulla MD.

Reference

Rizk H, Monaghan NP, Shah S, Liu Y, Keith BA, Jeong S, Nguyen SA. Efficacy of a Serotonin-Norepinephrine Reuptake Inhibitor as a Treatment for Meniere Disease: A Randomized Clinical Trial. JAMA Otolaryngol Head Neck Surg. 2024 Nov 1;150(11):935-942. doi: 10.1001/jamaoto.2024.2241. PMID: 39235772; PMCID: PMC11378064