L’Italia è stato il primo e il più colpito Paese europeo dalla malattia di coronavirus 2019 (COVID-19), causata dalla grave sindrome respiratoria acuta coronavirus 2 (SARS-CoV-2), descritta per la prima volta a Wuhan, in Cina, nel dicembre 2019.
È stato necessario riorganizzare il servizio ambulatoriale ORL seguendo le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità, sebbene non specifiche per le visite otorinolaringoiatriche e l’endoscopia delle vie aeree superiori. A oggi non sono ancora disponibili protocolli ampiamente accettati.
Un ospedale di Varese riporta la propria esperienza nella riorganizzazione dei servizi ORL durante questa pandemia. La riorganizzazione, riducendo al minimo lo spreco di DPI, è cruciale per proteggere sia i pazienti che gli operatori sanitari.
Servizio ambulatoriale ORL: lo studio retrospettivo
Non è stata rilevata alcuna cross-contaminazione virale tra il team sanitario, né sono stati riportati episodi di trasmissione di SARS COV 2 associate a procedure ORL.
Presso il servizio ambulatoriale ORL di un ospedale di Varese è stato effettuato uno studio descrittivo retrospettivo (21 febbraio e il 31 marzo 2020) delle procedure ambulatoriali eseguite e delle misure precauzionali adottate.
Oltre alla distribuzione di gel a base di alcol per promuovere l’igiene delle mani frequente, al distanziamento sociale e alla rilevazione della temperatura corporea, tra le misure precauzionali il triage telefonico è stato fondamentale per identificare i pazienti che richiedevano procedure urgenti.
L’endoscopia delle vie aeree superiori è stata eseguita utilizzando una telecamera collegata a un endoscopio rigido o flessibile, proiettando immagini su uno schermo video, per mantenere il paziente e gli operatori sanitari a distanza di sicurezza. In una stanza isolata, un medico in formazione specialistica con mascherina chirurgica eseguiva la revisione della documentazione clinica e stilava il referto medico conclusivo.
I servizi ambulatoriali ORL hanno subito una significativa riduzione delle visite giornaliere, con riduzioni graduali delle prestazioni: dal -7,3% dell’ultima settimana di febbraio 2020 al -58,9% dell’ultima settimana di marzo 2020 (tasso di riduzione complessivo = −51,2%).
Le procedure principalmente annullate o posticipate sono state l’endoscopia nasale (-71%), la laringoscopia (-63%), le biopsie con anestesia locale (-44%) e la cauterizzazione nasale per epistassi (-37%). Non si sono rilevate modifiche per quanto riguarda la gestione delle tracheostomie (-2,9%).
Non possiamo prevedere quanto durerà questo periodo di emergenza; verosimilmente l’assetto delle prestazioni ambulatoriali subirà ulteriori cambiamenti nel prossimo futuro.
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