Oggi, 26 Novembre 2025, parliamo di

Dalla chirurgia otologica all’audiologia avanzata: innovazione, personalizzazione e centralità del paziente

Le riflessioni e i dati riportati derivano da interventi presentati durante il XXIII Congresso Nazionale AIOLP (Riccione, ottobre 2025) e sono riorganizzati qui per temi clinici.

L’otorinolaringoiatria moderna è sempre più orientata verso innovazione tecnologica, precisione diagnostica e centralità della persona.

Il Prof. Francesco Galletti, ha messo a confronto le esperienze di diverse scuole otologiche sui meccanismi eziopatogenetici delle perforazioni timpaniche, sugli esordi clinici spesso subdoli, sulla latenza diagnostica e sulle strategie chirurgiche più appropriate sulla miringoplastica. È emerso come la gestione delle perforazioni della membrana timpanica sia oggi sempre più articolata e personalizzata. Accanto alla timpanoplastica microscopica, che rimane la tecnica di riferimento, la chirurgia otologica endoscopica sta assumendo un ruolo crescente. Gli approcci endoscopici, a fronte di risultati sovrapponibili in termini di attecchimento dell’innesto e miglioramento uditivo, consentono una migliore visualizzazione anatomica e una riduzione dei tempi operatori.

Ampio spazio è stato dedicato al trattamento dell’otosclerosi, una delle principali cause di ipoacusia trasmissiva nel giovane adulto. Il Prof. Valter Livi, ha sottolineato come, nonostante sia una patologia ben nota, l’approccio diagnostico e terapeutico abbia beneficiato in modo significativo dei progressi dell’imaging e delle tecniche microchirurgiche. Il Prof. Stefano Berrettini ha ribadito l’importanza di una diagnosi accurata, evidenziando come numerose condizioni possano mimare l’otosclerosi e condurre a trattamenti inappropriati. La TC ad alta risoluzione rappresenta oggi uno strumento imprescindibile per identificare forme iniziali o atipiche e orientare correttamente la scelta terapeutica.

La chirurgia della staffa rimane il gold standard terapeutico, come spiegato dal Dott.Giuseppe Malafronte, grazie all’evoluzione della timpano-stapedotomia, sempre più mini-invasiva e standardizzata. L’introduzione di laser di precisione, nuove protesi e materiali biocompatibili ha migliorato la predicibilità dei risultati e ridotto il rischio di complicanze. Tuttavia, come sottolineato dal Dott. Maurizio Amadori, una quota di pazienti può andare incontro a insuccessi precoci o tardivi, la cui gestione richiede un’attenta rivalutazione clinica e strumentale e, in casi selezionati, la revisione chirurgica o il ricorso all’amplificazione acustica. Il Prof. Alessandro Martini ha ricordato come la protesizzazione moderna rappresenti in molti casi una valida alternativa alla chirurgia, soprattutto in presenza di comorbilità o forme miste con componente neurosensoriale prevalente.

La Prof.ssa Anna Rita Fetoni ha affrontato il tema dell’ototossicità farmacologica, illustrando i meccanismi cellulari del danno cocleare e l’importanza di una diagnosi precoce tramite test audiologici avanzati. Le prospettive future includono strategie di otoprotezione e approcci di medicina di precisione. La Prof.ssa Alessandra Murri ha poi evidenziato il legame tra ipoacusia non trattata, declino cognitivo e demenza, sottolineando il valore dell’intervento precoce come strategia di prevenzione. Su questa linea si è inserito l’intervento della Prof.ssa Elisabetta Genovese, che ha ribadito la necessità di un modello integrato ospedale-territorio per la presa in carico dell’anziano ipoacusico.

Grande interesse hanno suscitato gli sviluppi tecnologici nell’ambito dell’impianto cocleare: dalla navigazione endococleare radiologica ed elettrofisiologica, che permette una pianificazione e un monitoraggio estremamente accurati, al remote programming, che consente una gestione a distanza sicura ed efficace. La robotica otologica, illustrata dalla Dott.ssa Eliana Cristofari, rappresenta una delle frontiere più promettenti, migliorando precisione e delicatezza dell’inserzione elettrodica, sebbene rimangano limiti legati ai costi e alla necessità di formazione dedicata.

Il Dott.Michele Raguso ha ribadito la necessità di un approccio multidisciplinare, orientato non all’eliminazione del sintomo ma alla riduzione del suo impatto. Il Dott.Fiorenzo Bertoletti ha presentato risultati incoraggianti su ampie casistiche cliniche, mentre il Dott.Antonio R. De Caria ha proposto una visione integrata dei disturbi sonori disfunzionali, introducendo il concetto di “neuroacusie”.

Infine il Prof.Giancarlo Logroscino ha approfondito il complesso rapporto tra ipoacusia e malattie neurodegenerative, evidenziando una relazione bidirezionale di grande rilevanza clinica.

Il focus sulla riabilitazione vestibolare ha ribadito il ruolo centrale di questo approccio nei disturbi dell’equilibrio, spesso unico strumento realmente efficace.