Oggi, 21 Marzo 2020, parliamo di

Evitare l’infezione da SARS-CoV-2 nei reparti ORL: l’esperienza cinese

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Gli operatori sanitari dei reparti e degli ambulatori di otorinolaringoiatria sono esposti a un alto rischio di infezione da SARS-CoV-2, in quanto i pazienti con sintomi della malattia da coronavirus (COVID-19) possono rivolgersi a queste strutture per accertamenti diagnostici e terapie che comportano il contatto diretto dell’operatore sanitario con la mucosa delle vie aeree superiori del paziente. Inoltre, in questi reparti esiste il rischio di una potenziale esposizione al virus in seguito a tosse e starnuti.

Per minimizzare il rischio di contagio degli operatori sanitari e dei pazienti sani, nel reparto di otorinolaringoiatria del West China Hospital di Sichuan è stata messa a punto una strategia di controllo descritta in questo studio affinché altri reparti nel mondo possano realizzare il proprio piano di prevenzione delle infezioni nosocomiali da nuovo coronavirus.

Una strategia integrata

Nelle prime fasi dell’epidemia è stato costituito all’interno dell’ospedale cinese un gruppo di specialisti di diversi reparti incaricato di gestire le misure di controllo dell’infezione e di protezione per tutta la struttura.

Nel reparto di otorinolaringoiatria, la riduzione del numero di pazienti presenti contemporaneamente è stata realizzata mediante:

  • la separazione tra le aree di attesa e gli ambulatori
  • la riorganizzazione delle agende degli appuntamenti
  • il potenziamento degli strumenti per i consulti online.

Gli operatori sanitari di età superiore a 65 anni, inoltre, sono stati esonerati dalle attività ambulatoriali, nella prospettiva di mantenere attivi i soli servizi di emergenza nel caso di aumento eccessivo delle infezioni.

Per gli esami della gola e del naso, considerati particolarmente rischiosi, sono state definite particolari misure precauzionali: per ridurre la nausea e la tosse durante la laringoscopia sono stati utilizzati  laringoscopi di minore diametro e gel anestetici in sostituzione dello spray. Anche nel caso dell’endoscopia nasale è stata posta particolare attenzione a un’adeguata anestesia locale per evitare gli starnuti.

All’ingresso del reparto di degenza è stata fornita a tutti i pazienti una mascherina chirurgica da indossare durante tutta la permanenza, è stata raccolta un’anamnesi epidemiologica ed è stata misurata la febbre ogni 4 ore; per i casi sospetti è stata allestita un’area di isolamento di emergenza. Anche gli operatori sanitari sono stati mantenuti sotto monitoraggio, con misurazione della temperatura due volte al giorno.

In caso di intervento chirurgico programmato, i pazienti sono stati sottoposti in fase preoperatoria a radiografia del torace o TC e, nei casi sospetti, al tampone per l’individuazione del virus: i pazienti positivi sono stati trasferiti nel reparto di malattie infettive subito dopo l’intervento.

Infine, per ridurre il rischio legato alla produzione di aerosol durante le procedure di assistenza infermieristica nei pazienti con tracheotomia, sono stati utilizzati esclusivamente sistemi di aspirazione a circuito chiuso e l’inalazione di aerosol è stata sostituita con l’infusione tramite tubo o con l’umidificazione con spray.

I risultati dell’esperienza cinese

«Fino al 20 febbraio nel nostro ospedale sono stati visitati 4.148 pazienti con febbre: per 22 di questi è stata confermata la diagnosi di COVID-19. Finora non sono stati rilevati casi di infezione nosocomiale tra gli operatori sanitari, compresi quelli del reparto di otorinolaringoiatria» scrivono i medici dell’ospedale di Sichuan. «Auspichiamo che la nostra esperienza sia di supporto per definire le opportune misure precauzionali in altre strutture ospedaliere».

Reference

Lu D, Wang H, Yu R, et al. Integrated infection control strategy to minimize nosocomial infection of corona virus disease 2019 among ENT healthcare workers. J Hosp Infect. 2020 Feb 27.