Oggi, 4 Maggio 2022, parliamo di

La voce, tra scienza e arte

Interessante convegno al Conservatorio di Milano sulla voce: uno strumento da «conoscere, studiare, coltivare e curare».

Indice dei contenuti

Si è svolto il 22 aprile scorso, presso la sala “Puccini” del Conservatorio Giuseppe Versi di Milano, il Convegno “Scienza ed Arte della Voce”. L’evento, che si inquadra nelle manifestazioni organizzate in occasione della “Giornata mondiale della Voce”, che ricorre ogni anno il 16 aprile, è stato introdotto dal Vicedirettore del Conservatorio milanese, dott. Massimiliano Baggio. Secondo quest’ultimo, la giornata di studio appena trascorsa sottolinea il filone della ricerca che è specifico dell’Ente Milanese, ma che forse è meno noto rispetto alla vocazione didattica e alla produzione musicale che gli viene da sempre riconosciuta.

“Scienza ed arte della voce” è il primo momento in presenza per la condivisione delle ricerche svolte dal prof. Edoardo Cazzaniga, ricercatore nell’ambito della didattica vocale e docente di Esercitazioni corali al Conservatorio di Milano, e dalla dott.ssa Orietta Calcinoni,  ORL, Foniatra, Fellow del Collegium Medicorum Theatri (Comet); da anni i due studiosi scandagliano gli archivi del Conservatorio milanese, analizzando in profondità testi storici per sostanziare su base scientifica e tecnica le arti e le professioni che hanno come protagonista la voce umana.

Tra le molteplici opere analizzate, anche grazie all’apporto fattivo di molti studenti dell’Ente, quella che ha guidato l’intera giornata è stata: “Per l’oratore e per il cantante. Principî di fisiologia e fisiologia patologica della voce e di estetica ed igiene vocale”, scritta da Carlo Labus e pubblicata postuma nel 1912. Attorno alla figura di questo multiforme laringologo, nato nel 1844 a Milano e cresciuto professionalmente tra la città meneghina e Pavia, è stata costruita una giornata di studio e di scambio internazionale originale e varia, vivacizzata ulteriormente da due momenti di performance vocali, classiche e moderne, da parte di alcuni studenti del conservatorio.

Il prof. Marco Benazzo, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia e Professore Ordinario presso l’Università di Pavia, ha presentato la storia, personale e professionale, di Carlo Labus, di fatto un antesignano nello studio e la diffusione della laringologia italiana, inventore tra l’altro di un fantoccio antropomorfo per lo studio di questo distretto anatomo-funzionale e profondo conoscitore dell’uso sistematico dello specchietto laringeo. 

Nei suoi scritti Labus ha coniugato profonde conoscenze cliniche e chirurgiche con nozioni e suggerimenti pratici di igiene vocale, relativi ad una migliore produzione della voce, parlata e cantata. Queste molteplici e multiformi scenari sono diretti prevalentemente a insegnanti di canto, cantanti e oratori professionali, e la testimonianza della sua vicinanza anche al mondo canoro è testimoniata dalla carica di Direttore della Sezione Coro del Conservatorio di Milano ricoperta per un periodo della sua vita. Dalle sue idee e attività in ambito medico-chirurgico è nata la Società Italiana di Laringologia, Otologia e Rinologia, che si evolverà poi nell’attuale SIO e ChCF. 

Seguendo un filo logico invisibile, prendendo le mosse dalla fase di produzione vocale, il prof. Mario Rossi, docente di fisiopatologia della comunicazione al Conservatorio C. Pollini di Padova, ha approfondito il tema dello “Speech nella comunicazione a fini artistici”, ovvero della voce coniugata alla parola articolata usata soprattutto in ambito canoro classico. Il tema può sembrare a prima vista “filosofico” e desueto, in realtà è quanto mai attuale poiché il prof. Rossi ha posto l’accento su temi quale la corretta pronuncia dei libretti d’opera, per lo più italiani, che spesso sono proposti da artisti esteri, che quindi devono acquisire padronanza non solo della forma musicale ma anche, e soprattutto, del contenuto fonologico e sintattico dell’opera.

A seguire, il prof. Antonio Mancuso, docente di “Modelli della Percezione Musicale” presso l’Università degli Studi di Milano, ha illustrato come agiscono in un essere umano, e in un cantante ancora più nello specifico, i meccanismi integrati, periferici e centrali, per l’analisi della scena musicale. Secondo i principi della psicologia della Gestalt, seguendo una naturale progressione, si parte da una fase di lettura del testo e della musica cui segue l’ascolto, preparatorio della fase motoria, ovvero della produzione del canto. 

Per ottimizzare tempi e metodi, il cantante non “crea” ogni volta dal nulla questi scenari ma utilizza tecniche di “raggruppamento” e di “segregazione” delle scene musicali, ovvero attinge mediante confronto a memorie già allocate nel proprio sistema di elaborazione dei segnali, agendo in tempi rapidi, conseguenza di una risposta di tipo “on-off”. 

La straordinarietà di Labus è stata avere intuito gran parte di questi processi senza avere le basi scientifiche per spiegarne i meccanismi profondi.

La ripresa pomeridiana dei lavori è stata all’insegna dell’”arte” della voce, differentemente dalla mattina durante la quale sono stati esplorati i razionali e le evidenze scientifiche della voce stessa. La cantante e docente di canto Lirico Fiorenza Cedolins, in un ideale colloquio con Carlo Labus ha ripercorso i capitoli del suo libro: “Per l’oratore e il cantante […]”, attualizzando attraverso aneddoti personali e vestendo con passionalità quelle che sarebbero potute rimanere norme di buon comportamento e di igiene vocale e che, al contrario, sono state trasformate in esempi di vita, vissuta e riproducibile da parte dei giovani studenti e cantanti presenti in sala.

I due interventi successivi, proposti rispettivamente dal musicologo e insegnante di canto Michael Aspinall e dal ricercatore, cantante e docente di canto Nicholas Isherwood, vertevano sugli stili e le tecniche di canto e sui differenti registri della voce cantata. Entrambi i relatori hanno trattato in modo esaustivo, rigoroso e molto profondo temi tecnici indirizzati soprattutto a docenti e studiosi delle radici del bel canto.

In conclusione, della giornata, la dott.ssa Calcinoni, visto il prolungarsi delle relazioni precedenti, ha rapidamente tirato le fila dei differenti interventi, riconducendoli ad un “continuum” spazio-temporale che parte dall’anatomo fisiologia degli organi fonatori, passa attraverso l’analisi spettro frequenziale del suono prodotto, prende forma e contenuto attraverso le doti tecniche e interpretative del cantante e dell’attore. La “voce come strumento”, conclude il maestro Cazzaniga; lo si deve conoscere, studiare, coltivare e curare, in moda tale da permettere al docente di supportare l’allievo nell’utilizzo più efficiente possibile, al cantante di trovare la gestione più ecologica e funzionale al proprio stile di canto.