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Tornano in corsia i medici in pensione: su JAMA un appello per dare maggiori protezioni

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Via libera alle assunzioni di medici in pensione (nonché di infermieri) da parte delle regioni e delle province autonome: l’Inps ha pubblicato il 19 marzo scorso la circolare con le istruzioni operative. Gli incarichi possono essere conferiti anche in deroga ai vincoli previsti dalla legislazione vigente in materia di spesa di personale.

In una fase di emergenza è una scelta obbligata, ma nella gestione della pandemia da COVID-19 la protezione del personale sanitario impegnato in prima linea nella cura dei pazienti è fondamentale. Lo è ancora di più se si parla di medici o infermieri over 65 anni, considerata più a rischio di contagio e di cattiva prognosi.

La popolazione oltre i 60 anni è difatti particolarmente incoraggiata a stare in casa evitando quanto più possibile contatti con altre persone proprio perché ad alto rischio.

Il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) statunitense ha stimato come il tasso di ospedalizzazione e ammissione in terapia intensiva sia sostanzialmente più alto in pazienti over 45 raggiungendo l’1.4% di mortalità nella fascia 55-64 anni, il 2.7% in quella 65-74 anni.

Lo “stare a casa” non sembrerebbe essere applicato a certe classi di lavoratori definiti “essenziali” nel contesto di emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Il richiamo in corsia dei sanitari in pensione è avvenuto in molti Paesi.

A sottolineare questo aspetto è una lettera pubblicata su JAMA nei giorni scorsi e firmata da Peter Buerhaus e David Auerbach (Montana State University College of Nursing), e da Douglas Staiger del National Bureau of Economic Research di Cambridge, Massachusetts.

Negli Stati Uniti, il 19% (370 mila) degli infermieri ha infatti un’età compresa tra i 55 e 65 anni, il 3% (55mila) oltre i 65 anni. A questi vanno ad aggiungersi gli infermieri operanti sul territorio (1.2 milioni) dei quali il 24% è nella fascia 55-64 anni, il 5% over 65.

Situazione analoga anche per i medici con il 20% tra i 55 e 64 anni (230 mila), il 9% over 65 (106mila).

L’esperienza e le conoscenze maturate negli anni fanno però di queste persone un “patrimonio” da mettere sul campo in situazioni di emergenza come questa. La loro sicurezza è però altrettanto importante – sottolineano i firmatari della lettera – e posizioni di prima linea ad alto rischio andrebbero sostituite con ruoli di consulenza e sostegno per gli operatori più giovani, di gestione delle risorse economiche e/o logistiche, di interfaccia con i parenti, la comunità e/o i media.

Ogni Stato e/o Organizzazione sanitaria dovrebbe quindi attentamente riconsiderare come proteggere al meglio anche gli operatori sanitari, di primaria importanza nella gestione di questa pandemia riservando ai più anziani ruoli più adatti a salvaguardare la loro salute.

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Reference

Buerhaus PI, Auerbach DI, Staiger DO. Older Clinicians and the Surge in Novel Coronavirus Disease 2019 (COVID-19). JAMA. Published online March 30, 2020. doi:10.1001/jama.2020.4978