La vestibolite nasale è una patologia che interessa principalmente il vestibolo del naso, ossia la porzione in prossimità delle narici, subito sotto il bordo anteriore del setto. Si tratta di un’infiammazione acuta dei tessuti cutanei che rivestono l’ingresso della cavità nasale, determinata da infezioni nasali (principalmente, di natura batterica). Si riscontra abbastanza comunemente tra gli adulti e gli anziani di entrambi i sessi, mentre tende a manifestarsi raramente nei bambini, nonostante la fascia d’età pediatrica sia quella più spesso colpita da malattie infettive delle vie respiratorie superiori come rinite allergica, rinorrea e congestione nasale.
Ancorché fastidiosa, nella quasi totalità dei casi la vestibolite nasale è una patologia che non comporta conseguenze significative per la salute generale e che può essere facilmente gestita dal medico di famiglia con antibiotici topici, senza la necessità di indirizzare il paziente allo specialista in otorinolaringoiatria.
In una minoranza di casi, tuttavia, la vestibolite nasale può dar luogo a complicanze locali, come la cellulite cutanea, o (molto raramente) sistemiche, come la trombosi del seno cavernoso. In questo secondo caso, anche il cervello può subire danni a causa dell’estensione dell’infezione e dell’infiammazione ai nervi cranici e alle meningi (con conseguente possibile insorgenza di ascesso cerebrale, meningoecefalia, cecità, ictus cerebrale ecc.), risultando potenzialmente letale nonostante il trattamento.
Saper riconoscere e gestire correttamente la vestibolite nasale fin dall’esordio è importante per favorirne una risoluzione rapida e limitare i disturbi per i pazienti, ma anche per monitorare più strettamente i sottogruppi di persone esposte a un maggior rischio di andare incontro a complicanze gravi, come i soggetti immunodepressi o sottoposti a trattamenti oncologici sistemici con farmaci target e/o chemioterapia.
Le cause della vestibolite nasale
La causa più comune della vestibolite nasale è l’infezione batterica acuta della cute interna del naso da parte di Staphylococcus aureus.
Questo batterio patogeno è ospitato naturalmente nel naso e nei seni paranasali di circa il 20-30% della popolazione generale sana, dove si trova in equilibrio con gli altri componenti del microbiota nasale, senza causare disturbi. Tuttavia, lesioni o irritazioni cutanee determinate da eventi banali come soffiare il naso troppo spesso o violentemente (come capita a chi soffre di rinite allergica, rinorrea e congestione nasale) oppure l’asportazione dei peli presenti in abbondanza nel vestibolo possono determinare una proliferazione eccessiva dello stafilococco e lo sviluppo di infezioni nasali.
La presenza nel naso di S. aureus varia in base all’età, al genere e all’etnia, ma tende a essere riscontrata più spesso nel personale sanitario e tra i pazienti affetti da alcune condizioni dermatologiche (come la dermatite atopica, la psoriasi, il carcinoma cutaneo squamocellulare, il linfoma cutaneo a cellule T, la micosi fungoide ecc.), diabete o sottoposti a emodialisi.
È stato, inoltre, osservato che le terapie target antitumorali (per esempio, anti-EGFR), la chemioterapia e l’immunosoppressione locale (per esempio, con corticosteroidi topici) o sistemica, alterando l’equilibrio del microbiota cutaneo, possono facilitare la proliferazione batterica incontrollata di uno o più microrganismi e favorire l’insorgenza di vestibolite nasale.
Altri comuni fattori predisponenti sono rappresentati da variabili ambientali locali (per esempio, scarsa umidità, alterazioni del pH cutaneo ecc.), traumi nasali (accidentali o conseguenti a chirurgia) e presenza di corpi estranei (entrati accidentalmente o applicati per ragioni mediche, come gli stent). Anche i piercing sono una possibile causa di vestibolite nasale, quando applicati vicino a una narice o sulla cartilagine alare del naso, mentre il fumo può renderla più probabile in concomitanza con altri fattori di rischio.
I sintomi comuni
La diagnosi di vestibolite nasale si basa essenzialmente sulla valutazione clinica del naso, delle orbite e della parte centrale del viso del paziente e sull’anamnesi patologica recente, con particolare riferimento a infezioni nasali o delle vie aeree superiori, immunosoppressione o malattie che richiedono farmaci attivi sul sistema immunitario per essere tenute sotto controllo (come lupus eritematoso sistemico o altre patologie autoimmuni), trapianto d’organo, tumori, diabete ecc.
I segni e i sintomi comuni che devono indurre a sospettare la presenza di vestibolite nasale sono di facile riscontro e consistono principalmente in arrossamento e gonfiore a livello della punta del naso e intorno alle narici (con rossore che può estendersi alle aree di pelle circostanti, al centro del viso), accompagnati da sensazione di bruciore e prurito; la porzione cutanea direttamente interessata dall’infiammazione può presentarsi calda e può essere presente congestione nasale a causa dell’edema dei tessuti cutanei del vestibolo.
L’infezione acuta da parte dello stafilococco o di altri batteri può dar luogo anche a follicolite, ossia alla formazione di foruncoli (percepiti dal paziente come piccole “bolle nel naso”) dovuti all’infiammazione e lieve infezione dei follicoli dei peli presenti in abbondanza nella cavità nasale (detti anche “capelli nasali” o vibrisse).
Le possibili complicanze
Le complicanze della vestibolite nasale sono poco comuni, soprattutto se la diagnosi è precoce, il trattamento è avviato per tempo e vengono rispettate semplici norme igieniche e comportamentali.
Di converso, se il paziente sfrega il naso o tocca ripetutamente l’interno della narice nel tentativo di lenire il fastidio e il prurito, l’infiammazione può aggravarsi e, se è presente follicolite, può svilupparsi un ascesso. Mettere le dita nel naso è, inoltre, la principale causa di lesioni della pelle delle cavità nasali, con conseguente aumento dell’infiammazione e del rischio di infezione dei tessuti cutanei profondi (cellulite), formazione di croste e fuoriuscita di sangue dal naso (quando si staccano le croste). Anche l’aggravarsi generalizzato della follicolite può dar luogo a cellulite diffusa della punta del naso, che diventa particolarmente rosso, gonfio e con cute compromessa.
Viceversa, se infiammazione e infezione si propagano verso la parte superiore della cavità nasale può insorgere sinusite e la gravità delle complicazioni può aumentare, con lo sviluppo della già citata trombosi del seno cavernoso (formazione di un coagulo all’interno del vaso che drena il sangue delle vene del viso) e relative conseguenze endocraniche e sistemiche, a causa del passaggio dei batteri nel circolo sanguigno. Quest’ultima eventualità, estremamente rara, è segnalata dall’insorgenza di forte cefalea, disturbi visivi e febbre elevata, che non si riscontrano, invece, in caso di semplice vestibolite nasale, follicolite o cellulite non complicata.
In presenza di segnali d’allarme di questo tipo, è bene che il paziente con vestibolite nasale sia invitato a ricontattare tempestivamente lo specialista in otorinolaringoiatria per un controllo o a rivolgersi al Pronto soccorso per un approfondimento in urgenza. Per confermare la diagnosi di trombosi del seno cavernoso vengono, di norma, richieste una risonanza magnetica nucleare o una TAC del capo, che devono essere eseguite in tempi rapidi.
Cura della vestibolite nasale
Per la cura della vestibolite nasale è generalmente sufficiente una terapia antibiotica locale con un preparato in crema a base di bacitracina o mupirocina, applicato delicatamente 2 volte/die per 14 giorni sulla cute pulita e asciutta. Ai pazienti va raccomandato di toccare il naso il meno possibile, anche in presenza di fastidio o prurito, di evitare di bagnarlo per non favorire la macerazione della pelle e l’ingresso dei batteri nei tessuti cutanei più profondi e di cercare di evitare di soffiare il naso o di farlo con cautela.
La maggioranza dei ceppi di stafilococco all’origine della vestibolite nasale è meticillino-sensibile (MSSA). In caso si riscontrino infezioni nasali da Staphilococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) acquisite in ambiente extra-ospedaliero, la terapia antibiotica deve essere impostata sulla base dei risultati della coltura e dei test di sensibilità.
Se la situazione si complica con sviluppo di cellulite diffusa della punta del naso o ascesso, oppure se compaiono segni di sinusite secondaria, è opportuno suggerire un controllo da parte dello specialista in otorinolaringoiatria, che potrà anche drenare l’ascesso con un piccolo intervento chirurgico ambulatoriale. In questi casi, è generalmente necessaria la prescrizione di farmaci antibiotici per bocca, oltre all’applicazione di impacchi caldi e mupirocina topica.
L’ascesso viene inciso e drenato per la prevenzione della tromboflebite locale e della trombosi del seno cavernoso che potrebbe conseguirne. Qualora questa complicanza si sviluppi comunque, diventa necessario somministrare immediatamente alti dosaggi di antibiotici per via endovenosa. In questi casi, è di norma necessario il ricovero ospedaliero. Se le condizioni del paziente non migliorano dopo 24 ore di terapia antibiotica, il seno nasale infetto si può drenare con un ulteriore intervento chirurgico, mentre se l’infiammazione arriva a interessare i nervi cranici, in alcuni casi, possono essere somministrati corticosteroidi, da soli o associati a integratori ormonali (qualora si riscontri anche ipopituitarismo).