Oggi, 8 Settembre 2022, parliamo di

Videonistagmografia

La videonistagmografia, attraverso la misura del nistagmo, consente la diagnosi di malattie vestibolari che causano disturbi dell'equilibrio.

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La videonistagmografia, o test VNG, è un’indagine non invasiva che permette di individuare la presenza di malattie vestibolari e può aiutare a identificare le cause dei disturbi dell’equilibrio.

L’esame consiste nella misura, tramite rilevazione e registrazione con telecamera a raggi infrarossi, del nistagmo, cioè dei movimenti involontari, oscillatori e ritmici degli occhi del paziente, che possono associarsi a patologie o disturbi a carico dell’apparato vestibolare, deputato alla regolazione dell’equilibrio.
Questi movimenti oculari possono essere lenti o veloci, regolari o a scatti; i bulbi oculari possono spostarsi orizzontalmente in entrambe le direzioni, oppure verso l’alto o verso il basso, o avere un movimento rotatorio.

Il nistagmo

Normalmente gli occhi si spostano con movimenti involontari in risposta agli spostamenti bruschi della testa, in modo da mantenere stabile e nitida l’immagine che si sta osservando. L’apparato vestibolare, il sistema complesso di organi e strutture situato nell’orecchio interno che regola l’equilibrio, contribuisce al controllo dei movimenti oculari, permettendo di “fissare” le immagini e di trasmettere al cervello i corretti impulsi per elaborarle. Tre meccanismi, infatti, cooperano per permettere allo sguardo di rimanere fisso: la fissazione visiva, il riflesso vestibulo-oculare e il controllo dei movimenti del capo. Il nistagmo si presenta quando il sistema vestibolare e quello oculare inviano al cervello messaggi contrastanti tra loro.

Il nistagmo in alcune situazioni può essere una condizione fisiologica, per esempio quando il corpo è in movimento, ma l’occhio rimane fisso su un oggetto: mentre il corpo si sposta, gli occhi lo seguono (fase lenta del nistagmo) e l’immagine dell’oggetto diventa meno nitida; ma poi, per mantenere il contatto visivo, il cervello invia un segnale ai muscoli oculari, che riportano rapidamente lo sguardo sull’oggetto per ripristinarne la visione corretta (fase rapida di correzione). Le due fasi del nistagmo si alternano velocemente, in un periodo di tempo dell’ordine di qualche frazione di secondo.

Quando però, per la presenza di disturbi, condizioni o patologie, il meccanismo integrato di controllo da parte del sistema centrale, vestibolare e oculare non funziona in modo corretto ed efficiente, possono comparire movimenti involontari degli occhi anche in assenza di variazioni della posizione del capo: si parla allora di nistagmo patologico.

Il nistagmo patologico può essere congenito, cioè presente fin dalla nascita, o acquisito nel corso della vita a seguito di una varietà di cause, tra le quali:

  • patologie oculari come la cataratta, lo strabismo, l’ambliopia (chiamata anche occhio pigro), il glaucoma, le patologie o malformazioni del nervo ottico, i difetti dell’anatomia o dello sviluppo dell’occhio come il coloboma
  • malattie vestibolari, come la labirintite, la malattia (o sindrome) di Ménière, le infezioni, la vertigine parossistica posizionale benigna (VPPB), i disturbi vascolari dell’orecchio interno, i traumi all’orecchio (in questo caso si parla di nistagmo vestibolare)
  • malattie neurologiche, come per esempio l’ictus, i tumori cerebrali, la sclerosi multipla
  • traumi cranici e lesioni a carico del sistema nervoso centrale (in particolare tronco encefalico e cervelletto)
  • cause genetiche legate a fattori ereditari
  • albinismo
  • tossicità dovuta all’assunzione di alcuni farmaci, come le benzodiazepine, alcuni sedativi e anticonvulsivanti e i medicinali a base di litio
  • abuso di alcol o droghe.

A cosa serve e quando si fa la videonistagmografia

La misura del nistagmo è il test principale che viene eseguito nell’ambito dell’esame vestibolare, un insieme di indagini necessarie per la valutazione dell’equilibrio.

Poiché, infatti, la comparsa del nistagmo patologico è collegata ad anomalie nel meccanismo di comunicazione tra gli occhi, il sistema vestibolare e il sistema nervoso centrale, la sua valutazione è importante per la diagnosi dei disturbi dell’equilibrio.

In presenza di sintomi indicativi di un disordine vestibolare, in particolare capogiri, instabilità e vertigini, la rilevazione e la valutazione del nistagmo sono indicate sia per la fase diagnostica, con l’obiettivo di individuare le cause del disturbo, sia per impostare una corretta terapia per il trattamento della patologia individuata.

Come si svolge l’esame

Se compaiono sintomi di disturbi dell’equilibrio è importante rivolgersi al medico specialista in otorinolaringoiatria per una prima valutazione sulla base dell’analisi accurata dell’anamnesi del paziente e della visita medica otologica. Nel sospetto di malattie vestibolari, l’otorinolaringoiatra raccoglie i dati strettamente necessari ai fini dell’esame e sottopone il paziente alla videonistagmografia.

La valutazione del nistagmo prevede l’utilizzo di occhiali con lenti speciali (occhiali di Frenzel) e dotati di telecamera integrata che fanno perdere al paziente i riferimenti visivi; in alternativa, al paziente viene fatta indossare una maschera dotata di telecamera a raggi infrarossi, che oscura l’ambiente circostante e impedisce la fissazione visiva.

Possono essere effettuati diversi tipi di test: l’esame oculare prevede che il paziente segua con gli occhi una luce in rapido movimento in diverse direzioni, mentre durante l’esame posizionale lo specialista fa effettuare al paziente specifiche manovre con l’obiettivo di indurre nistagmo, come assumere determinate posizioni o effettuare rapidi movimenti della testa e del corpo. Infine, è possibile stimolare la risposta vestibolare con il test calorico (o prove termiche), nel quale viene introdotta nell’orecchio interno acqua o aria a diverse temperature per provocare nistagmo: in base alla risposta degli occhi a questi stimoli, è possibile valutare la presenza di anomalie a carico dell’apparato vestibolare.

La telecamera registra il nistagmo spontaneo o i movimenti oculari involontari provocati dalle manovre effettuate, e i dati raccolti vengono inviati a un computer. In questo modo, l’otorinolaringoiatra può analizzare le caratteristiche del nistagmo, anche in relazione ai movimenti fatti eseguire al paziente, come direzione, ampiezza, velocità e ritmo del movimento registrato.

I risultati dell’esame forniscono le informazioni necessarie per la diagnosi o individuano la necessità di ulteriori indagini di approfondimento.

Eventuali anomalie al test VNG possono indicare una patologia a carico dell’orecchio interno, come per esempio la labirintite o la sindrome di Ménière (che possono causare anche ipoacusia o sordità parziale), la vertigine parossistica posizionale benigna (VPPB), disturbi vascolari o traumi dell’orecchio interno. I risultati dell’esame possono anche indicare la presenza di disturbi o patologie a carico delle aree del sistema nervoso centrale coinvolte nella regolazione dell’equilibrio.

Una volta ottenuta la diagnosi, lo specialista di riferimento (otorinolaringoiatra o neurologo) potrà indicare la cura più appropriata.

Se i risultati dell’esame non indicano anomalie vestibolari, ma i sintomi persistono, è opportuno consultare lo specialista otorinolaringoiatra e sottoporsi a un eventuale controllo e a indagini più approfondite per individuare altre possibili cause. Gli esami possono essere eseguiti in centri clinici specializzati nella salute dell’orecchio, che offrano servizi di audiologia e foniatria.

La videonistagmografia non è una procedura dolorosa e non richiede una specifica preparazione, ma può essere fastidiosa: le manovre eseguite e le prove caloriche, infatti, possono provocare disturbi durante l’esame, come instabilità, vertigini, nausea e vomito. Si tratta di sintomi transitori, che tendono a risolversi rapidamente, ma nel periodo immediatamente successivo all’esame può essere necessaria l’assistenza da parte di un’altra persona, soprattutto perché è opportuno evitare di mettersi alla guida.

Infine, esiste anche un altro esame utile per la valutazione del nistagmo, l’elettronistagmografia, che misura i movimenti oculari involontari tramite elettrodi posizionati intorno agli occhi invece che registrarli con la telecamera. Anche in questo caso vengono effettuate prove oculari, posizionali e caloriche, ma non è possibile misurare i movimenti involontari in tempo reale come nel test VNG, che offre informazioni e indicazioni cliniche più chiare e complete.