Su BMC Geriatric è stato pubblicato uno studio che presenta il progetto HearCog, uno studio clinico controllato e randomizzato di 24 mesi con l’obiettivo di determinare se l’utilizzo di apparecchi acustici, come terapia per l’ipoacusia, possa ritardare o, addirittura, arrestare il declino cognitivo.
Sono circa 466 milioni le persone a livello globale che soffrono di ipoacusia, assestandosi come la seconda patologia al mondo che determina disabilità. Nel 90% dei casi l’ipoacusia è età-dipendente, colpendo il 45% delle persone di età ≥ 65 anni, percentuale che aumenta bruscamente, intorno all’83%, per le persone di età ≥ 70 anni.
L’ipoacusia è una patologia insidiosa, perché trascina con sé una serie di comorbilità che, di fatto, aumentano il rischio di incorrere in fragilità fisica ed emotiva, oltre che di deterioramento cognitivo e di sviluppare patologie come la demenza.
Si stima che il 40% dei casi di demenza sia dovuto a fattori di rischio modificabili. Uno di questi è proprio l’ipoacusia. Il key-message è quindi incoraggiare l’utilizzo di apparecchi acustici in caso di ipoacusia, al fine di prevenire il deterioramento cognitivo il rischio di sviluppare demenza.
Tuttavia, nonostante vi sia una chiara associazione tra perdita uditiva e declino cognitivo, ad oggi, non è possibile determinare in maniera definitiva una relazione causale.
Il progetto HearCog
Il progetto HearCog, che si svolgerà presso l’Ear Science Institute Australia (ESIA) con sede nelle regioni di Perth e Bunbury, nell’Australia occidentale, vedrà il reclutamento di 180 persone di età ≥ 70 anni, con una disabilità lieve al Montreal Cognitive Assessment (MoCA) test e con ipoacusia ≥ 40 dB HL per le frequenze acute, avviati alla protesizzazione acustica.
Gli obiettivi che i ricercatori australiani si prefiggono di raggiungere sono:
- Se l’utilizzo di apparecchi acustici, dopo 12 mesi, riduce il tasso di declino cognitivo nei soggetti anziani;
- Se l’utilizzo di apparecchi acustici, dopo 12 mesi, determina sia un miglioramento delle capacità di memoria, delle funzioni esecutive, della salute fisica e dei costi legati alla salute, sia se riduce sintomi come ansia e depressione;
- Se i risultati ottenuti dopo 12 mesi di utilizzo di apparecchi acustici, sia positivi che negativi, possono essere rispettivamente migliorati o, addirittura, invertiti, dopo ulteriori 12 mesi di utilizzo di apparecchi acustici.
A tutti i soggetti arruolati saranno somministrate prove di valutazione cognitiva come il questionario Montreal Cognitive Assessment for the Hearing Impaired (HI-MoCA), prove di valutazione delle funzioni esecutive e in generale delle capacità cognitive attraverso il Cambridge Neuropsychological Test Battery (CANTAB). A questi test saranno aggiunte prove di valutazione della salute globale fisica e mentale, oltre che di valutazione delle performance uditive sia di natura periferica, sia di natura centrale.
I ricercatori australiani sono molto fiduciosi dei risultati che potranno ottenere, in quanto, nella preparazione del progetto HearCog, hanno condotto uno studio pilota: i risultati raggiunti hanno visto dei miglioramenti statisticamente significativi nel gruppo avviato alla protesizzazione acustica, rispetto al gruppo che non indossa gli apparecchi acustici.
Risultati incoraggianti che fanno ben sperare non soltanto per tutto il comparto audiologico, ma anche e soprattutto, per avere un chiaro e diretto riscontro in letteratura del grande contributo che gli apparecchi acustici possono dare per il miglioramento della qualità di vita.
Reference
Jayakody DMP, Almeida OP, Ford AH, et al. Hearing aids to support cognitive functions of older adults at risk of dementia: the HearCog trial- clinical protocols. BMC Geriatr. 2020;20(1):508. Published 2020 Nov 26.
Livingston G, Huntley J, Sommerlad A, et al. Dementia prevention, intervention, and care: 2020 report of the Lancet Commission. Lancet. 2020;396(10248):413-446