Benché sia in parte vero che, anche il funzionamento dell’udito, come quello degli altri organi di senso, vada incontro a un certo deterioramento con l’avanzare dell’età e in relazione alle sollecitazioni imposte, esistono molte forme di ipoacusia trasmissiva che possono riguardare non solo gli anziani, ma anche i bambini e i giovani adulti. In tutti i casi, non appena sorge il sospetto di un’iniziale perdita uditiva è importante che il paziente si sottoponga a una visita medica di controllo per tutelare la salute dell’udito, favorire interventi precoci e prevenire peggioramenti, complicanze e una conseguente riduzione della qualità di vita.
I diversi tipi di ipoacusia
In relazione alle strutture anatomiche principalmente interessate dal difetto strutturale o funzionale si possono distinguere forme di ipoacusia trasmissiva, ipoacusia neurosensoriale e ipoacusia mista.
L’ipoacusia trasmissiva dipende da danni, patologie o malformazioni dell’anatomia dell’orecchio esterno o medio, comprendenti il padiglione auricolare, il condotto uditivo esterno, la membrana timpanica e la catena degli ossicini (martello, incudine e staffa), da cui dipende la trasmissione ossea dei suoni. La sordità trasmissiva può interessare persone di qualunque età, dai bambini nei primi anni di vita agli anziani, e in relazione alla causa che la determina può riguardare entrambe le orecchie (ipoacusia bilaterale) oppure, più frequentemente, uno solo (ipoacusia unilaterale).
La seconda forma è, invece, legata a problemi dell’orecchio interno, in particolare a livello dell’organo di Corti presente nella coclea, che trasmette gli stimoli sonori al nervo cocleare e, quindi, alle aree del cervello (lobo temporale) che devono elaborarli e interpretarli. Una forma di ipoacusia neurosensoriale molto diffusa, soprattutto tra gli anziani, è la presbiacusia.
L’ipoacusia mista è, come intuibile, dovuta alla combinazione di difetti di trasmissione del suono a livello osseo e di alterazioni della sua percezione/interpretazione a livello neurosensoriale.
Vediamo di seguito quali sono le cause, i sintomi e le possibili soluzioni della sordità trasmissiva.
Cause dell’ipoacusia trasmissiva
Le cause all’origine delle forme croniche di ipoacusia trasmissiva sono prevalentemente di natura meccanica e possono riguardare l’anatomia o il movimento degli ossicini (martello, incudine e staffa) oppure l’incapacità della membrana timpanica di vibrare in modo corrispondente alla sollecitazione ricevuta dalle onde sonore.
Problemi di questo tipo possono essere congeniti oppure instaurarsi in seguito a traumi della testa che comportano danni all’orecchio medio o esterno, accidentali o di natura iatrogena (per esempio, come esito di interventi chirurgici a livello dell’orecchio per la cura di altre patologie). Anche l’esposizione a rumori improvvisi molto intensi (per esempio, un’esplosione o uno sparo ravvicinato) o a notevoli e bruschi sbalzi di pressione atmosferica (barotrauma) possono determinare un’ipoacusia trasmissiva transitoria o permanente, di gravità variabile, a causa della perforazione della membrana timpanica.
Altre cause abbastanza comuni di ipoacusia trasmissiva transitoria, generalmente parziale, possono essere legate al rigonfiamento di un tappo di cerume, alla presenza di materiale esogeno o di un corpo estraneo nel condotto uditivo esterno, a infiammazioni o infezioni dell’orecchio medio (otite media, ascesso, ecc.) o dell’orecchio esterno (otite esterna, orecchio del nuotatore, ecc.), alla permanenza di secrezione liquida all’interno delle orecchie dopo un’infezione o alla formazione di cicatrici o di un danno del timpano dopo otiti infettive ricorrenti.
L’ipoacusia trasmissiva può costituire anche una complicanza cronica di altre malattie dell’orecchio come l’otosclerosi (causata da un progressivo blocco dell’articolazione tra staffa e finestra ovale) e il colesteatoma (una forma di otite media cronica che porta alla formazione di una cisti cutanea desquamata che si espande gradualmente, danneggiando le strutture circostanti dell’orecchio medio e interno, nonché il nervo facciale e le meningi).
I farmaci ototossici possono essere all’origine di alcune forme di ipoacusia neurosensoriale, permanenti o reversibili alla sospensione del trattamento, mentre non sono una causa di ipoacusia trasmissiva.
Dai sintomi alla diagnosi dei problemi acustici
I sintomi cardine dell’ipoacusia sono sostanzialmente gli stessi a prescindere dalla causa che l’ha determinata e dai tipi di ipoacusia, risultando più o meno intensi in funzione del grado di perdita uditiva raggiunta. In particolare, sono pressoché sempre presenti:
- calo uditivo oggettivo da un solo orecchio (ipoacusia unilaterale) o da entrambi (ipoacusia bilaterale);
- difficoltà a percepire soprattutto i suoni acuti (squillo, fischio, cinguettio degli uccelli, voci femminili o di bambini, musica ad alte frequenze, ecc.);
- problemi a seguire conversazioni tra più persone (specie se non si può vedere il labiale), in ambienti rumorosi o in una lingua straniera conosciuta;
- difficoltà a comprendere certe lettere o parti di parole con suoni ad alte frequenze (per esempio, contenenti “s”, “sc”, “f”, ecc.);
- ridotta capacità di sentire dialoghi o richiami al buio oppure da persone al di fuori del campo visivo o da sorgenti esclusivamente sonore;
- sensazione che le persone parlino sussurrando, borbottando o biascicando le parole.
Ulteriori disturbi che possono essere riscontrati nel paziente con calo uditivo comprendono sensazione di orecchio ovattato e pienezza auricolare, insorgenza di tinnitus o acufene, sensazione di sbandamento o problemi di equilibrio (soprattutto nei casi in cui il paziente soffre anche di sindrome di Ménière, più frequente in caso di ipoacusia neurosensoriale o mista).
Di fronte al paziente che lamenta alterazioni di funzionamento dell’udito, è necessario innanzitutto raccogliere informazioni sulle modalità e le tempistiche di insorgenza del problema, sugli eventuali sintomi associati (dolore all’orecchio, tinnitus, disturbi dell’equilibrio, ecc.), sulla storia clinica individuale attuale e pregressa di malattie a carico dell’orecchio o sistemiche e sull’anamnesi familiare di disturbi dell’udito o altre patologie otologiche. A seguire, va verificata la pervietà del condotto uditivo e l’eventuale presenza di anomalie delle pareti, nonché l’integrità e lo stato della membrana timpanica.
Se non vengono riscontrate cause acute facilmente trattabili ambulatorialmente da parte del medico di Medicina generale (tappo di cerume, otite media o esterna, ascesso, presenza di corpo estraneo senza danno al timpano, ecc.), al paziente si consiglia una visita dallo specialista otorinolaringoiatra per una valutazione più approfondita e, se necessario, per prenotare gli esami necessari a chiarire il quadro e a caratterizzare tipologia e grado dell’ipoacusia presente.
Le principali valutazioni effettuate in sede specialistica comprendono il test acustico audiometrico, la timpanometria, la TAC a livello dell’osso temporale e la risonanza magnetica nucleare (RMN) del capo e della zona cervicale.
Le soluzioni per la sordità trasmissiva
Alcuni tipi di ipoacusia trasmissiva, specie se legati a cause acute, possono essere risolti con un’opportuna terapia medica o con la chirurgia.
Per esempio, la regressione del calo uditivo legato a un’otite dell’orecchio medio o esterno può essere promossa da un’opportuna terapia farmacologica. In caso di disturbi uditivi legati all’accumulo di secrezione liquida all’interno dell’orecchio, può aiutare l’applicazione di un drenaggio a livello del timpano per un periodo di tempo variabile da paziente a paziente.
La sordità trasmissiva parziale dovuta alla presenza di un tappo di cerume può essere facilmente eliminata rimuovendo l’accumulo di materiale dal condotto uditivo.
Per il trattamento delle forme di ipoacusia trasmissiva legate a una perforazione del timpano che non si rimargina spontaneamente nell’arco di 6-8 settimane, si può ricorrere a interventi di riparazione parziale o totale della membrana timpanica (miringoplastica o timpanoplastica).
Per quanto riguarda, invece, la sordità trasmissiva dovuta a difetti congeniti o a danni a carico della catena degli ossicini si può effettuare la correzione/sostituzione chirurgica delle componenti ossee dell’orecchio medio alterate (ossiculoplastica), ripristinando l’anatomia auricolare necessaria per un’efficiente trasmissione del suono.
Nelle forme croniche di ipoacusia trasmissiva non recuperabili con l’intervento medico o con la chirurgia, il calo uditivo può essere in parte compensato ricorrendo ad apparecchi acustici mobili posizionati all’esterno dell’orecchio, oppure all’applicazione di protesi inserite nell’osso mastoide (impianto di conduzione ossea, effettuato nei casi di perdita uditiva severa unilaterale), in grado di inviare le vibrazioni sonore alle cellule ciliate della coclea e, quindi, al nervo acustico.
Tutti i dispositivi acustici disponibili, per poter offrire il massimo recupero della funzione uditiva, devono essere abbinati alla riabilitazione acustica.