Nei reparti e negli ambulatori di otorinolaringoiatria l’endoscopia è il metodo di esame più utilizzato, e questo impone che la disinfezione ad alto livello dei nasofaringoscopi, necessaria dopo ogni utilizzo, sia il più possibile rapida, efficace e sicura tanto per gli operatori sanitari quanto per i pazienti.
In relazione all’aspetto della decontaminazione, i nasofaringoscopi flessibili e rigidi sono classificati tra i dispositivi semi-critici e devono quindi essere sottoposti a disinfezione ad alto livello, in grado di eliminare virus, batteri, micobatteri e la maggior parte delle spore.
I metodi di reprocessing attualmente più diffusi sono la disinfezione manuale ad alto livello tramite immersione e il ritrattamento automatizzato (Automated Endoscope Reprocessing, AER), ma entrambi richiedono tempi lunghi, uno spazio considerevole per l’attrezzatura e costi elevati. Un’alternativa emergente nella pratica clinica sono le salviette monouso a base di diossido di cloro (Tristel Trio Wipes System, TTWS).
Una procedura standard per la disinfezione ad alto livello
Il reprocessing dei nasofaringoscopi con il sistema TTWS prevede tre fasi, con l’impiego di una salvietta per fase.
Nella prima, il dispositivo viene pulito con una salvietta immersa in una soluzione formata da tensioattivo, umettanti ed enzimi.
Nella seconda, la disinfezione vera e propria, sulla salvietta viene applicato l’attivatore in schiuma, che mischiandosi con i componenti della salvietta produce il diossido di cloro; con la salvietta attivata, la superficie del dispositivo viene sfregata meccanicamente per 30 secondi.
Infine, il nasofaringoscopio viene ripulito dai residui di diossido di cloro con la terza salvietta. L’intera procedura viene completata in 2-3 minuti.
Efficacia e sicurezza: cosa dicono i dati
Per raccogliere dati utili a valutare l’efficacia e la sicurezza di questo sistema, un gruppo di ricercatori di diversi centri italiani ha condotto una revisione sistematica della letteratura, selezionando lavori in cui era stato impiegato il sistema TTWS nell’ambito otorinolaringoiatrico: quattro studi nel setting preclinico o in vitro, due studi clinici di efficacia, uno studio clinico di safety, due audit e quattro analisi di costo (tre delle quali incluse nei lavori già citati).
Analizzando quanto emerso da questi lavori, i ricercatori hanno raccolto dati a supporto del fatto che il sistema TTWS assicura la disinfezione ad alto livello degli strumenti in tempi più contenuti rispetto al reprocessing automatizzato.
Inoltre, il sistema manuale si dimostra più efficace rispetto a quelli che impiegano acido peracetico e ortoftalaldeide, nonché sicuro dal punto di vista dell’esposizione occupazionale al diossido di cloro. In nessuno degli studi analizzati, poi, sono emerse evidenze di reprocessing inadeguato o di trasmissione di malattie correlata all’impiego del TTWS.
Infine, un aspetto da non sottovalutare secondo i ricercatori è il costo contenuto, che rende il TTWS vantaggioso rispetto agli altri sistemi di reprocessing dei nasofaringoscopi per gli ambulatori con volume di attività medio-basso e una buona alternativa per i grandi centri nelle situazioni in cui è necessario un rapido ricambio degli strumenti.
«In base ai risultati dell’analisi, il TTWS rappresenta un metodo valido di disinfezione ad alto livello per i nasofaringoscopi usati in otorinolaringoiatria» commentano gli autori nelle conclusioni dello studio. «La variabilità nelle pratiche in questo ambito, però, sottolinea la necessità di linee guida nazionali per orientare le politiche di gestione, massimizzando l’efficienza e contenendo i costi».
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