Oggi, 8 Settembre 2022, parliamo di

Sordità rinogena

La sordità rinogena è una forma di ipoacusia transitoria che si sviluppa soprattutto nei bambini a seguito di un'otite media secretiva.

Indice dei contenuti

Con questo termine si indica un tipo particolare di ipoacusia trasmissiva, nella quale la riduzione della capacità uditiva è collegata a un’infiammazione delle vie aeree superiori, in particolare a livello del naso e della gola, che coinvolge anche l’orecchio medio.

Si tratta di un disturbo dell’udito di tipo trasmissivo, che quindi non è dovuto ad anomalie anatomiche o funzionali a carico dell’orecchio interno, ma ad alterazioni nel processo di trasmissione meccanica del suono all’interno del condotto uditivo. Lo stimolo sonoro, infatti, normalmente passa dall’orecchio esterno attraverso l’orecchio medio, per arrivare all’orecchio interno ed essere trasformato in impulso elettrico che viene trasmesso al cervello: se il processo di trasmissione del suono viene alterato o bloccato si manifesta una diminuzione della capacità uditiva.

Nella sordità rinogena, in particolare, il calo dell’udito si sviluppa a seguito di un’otite media secretiva, chiamata anche otite catarrale o sieromucosa, un processo infiammatorio che comporta la secrezione di liquido all’interno della cavità dell’orecchio medio.

Nell’orecchio sano, la cavità dell’orecchio medio è protetta dalle secrezioni prodotte nelle vie aeree superiori grazie all’azione di drenaggio esercitata dalla tuba di Eustachio, una delle componenti della struttura rino-faringo-tubarica, che ha il compito di mantenere in equilibrio la pressione interna ed esterna all’orecchio medio, permettendo così la vibrazione della membrana timpanica, necessaria per la corretta percezione del suono.

Le infiammazioni del naso e della gola possono interessare anche le mucose rinofaringee e quindi possono interferire con il corretto funzionamento della tuba di Eustachio, ostacolando il drenaggio e provocando l’accumulo di un liquido più o meno denso prodotto a causa del processo infiammatorio (versamento endotimpanico) che si sviluppa nell’orecchio medio: questo riduce la motilità della membrana timpanica e provoca la sordità rinogena.

Questo disturbo dell’udito può essere di entità lieve o media e interessare un solo orecchio o entrambi, ma nella maggior parte dei casi è transitorio e la capacità uditiva può essere ripristinata completamente con le terapie appropriate.

Cause

Anche se può svilupparsi a qualunque età, la sordità rinogena riguarda con maggiore frequenza gli anziani e i bambini; in età pediatrica, in particolare, questo disturbo rappresenta la causa più diffusa di riduzione della capacità uditiva.

In età infantile la sordità rinogena si sviluppa frequentemente come conseguenza della presenza di ipertrofia adenoidea, cioè ingrossamento delle adenoidi, e di allergie respiratorie, che provocano una eccessiva produzione di muco e ostacolano il drenaggio delle secrezioni nasali.

Poiché le infiammazioni del naso e della gola, che favoriscono lo sviluppo dell’otite media catarrale, sono spesso collegate a disturbi e patologie stagionali come il raffreddore, l’influenza e le allergie respiratorie, anche la sordità rinogena può essere più frequente nei mesi più freddi dell’anno.

Le cause più comuni di insorgenza di questo tipo di ipoacusia negli adulti sono invece le infiammazioni e le infezioni delle prime vie respiratorie, come la rinite (cioè il comune raffreddore), la sinusite, la faringite e la laringite, oltre alle anomalie anatomiche a carico delle strutture delle vie aeree superiori, come le deviazioni del setto nasale.

Sintomi

Spesso il primo sintomo avvertito dal paziente con sordità rinogena è la percezione di crepitii e suoni penetranti durante lo sbadiglio, la masticazione e la deglutizione, seguita dal calo dell’udito.

Altri sintomi comuni della sordità rinogena sono:

  • sensazione di orecchio pieno e tappato, che rende ovattato il suono percepito
  • acufene, o tinnito, cioè la percezione di un rumore persistente (ronzio, fischio, fruscio ecc.), di intensità variabile e spesso fastidioso, che il paziente avverte in assenza di una sorgente acustica esterna che lo provochi
  • sensazione di pressione all’interno dell’orecchio
  • autofonia, cioè la percezione del rimbombo della voce o del respiro nelle proprie orecchie
  • più raramente, dolore all’orecchio e vertigini.

Diagnosi

Se si manifestano i sintomi della sordità rinogena è opportuno rivolgersi al proprio medico per una prima valutazione e l’eventuale indicazione alla visita specialistica otorinolaringoiatrica e/o audiologica.

Lo specialista raccoglierà le informazioni sulle condizioni di salute e sui sintomi del paziente necessarie per un’anamnesi approfondita, e potrà effettuare un esame otoscopico, che consiste nell’esaminare nel dettaglio il condotto uditivo e la membrana timpanica tramite l’otoscopio.

Per completare la diagnosi, lo specialista potrà indicare alcuni esami strumentali, che possono essere eseguiti presso i centri dell’udito che offrono un servizio diagnostico.

Un’indagine utile per la diagnosi della sordità rinogena è l’esame audiometrico (tonale e vocale), che consente di individuare l’eventuale perdita di capacità uditiva, di valutarne l’entità e di indentificarne le cause.

Per una diagnosi corretta, però, è fondamentale l’esame impedenzometrico, chiamato anche impedenzometria o timpanometria, che permette di valutare il grado di elasticità della membrana timpanica e la capacità di movimento degli ossicini dell’orecchio medio.

L’impedenzometria, quindi, permette di valutare il funzionamento di tutta la catena di trasmissione del suono, compresa la tuba di Eustachio, e di individuare un eventuale versamento endotimpanico. L’esame si effettua utilizzando una sonda che emette un impulso sonoro di intensità variabile direttamente all’interno dell’orecchio del paziente: lo stimolo mette in movimento il timpano e le altre strutture dell’orecchio interno interessate, e un apposito strumento, l’impedenzometro, registra i risultati sotto forma di tracciati (timpanogramma) che indicano la pressione interna all’orecchio medio. Il timpanogramma viene letto e interpretato dallo specialista, che ne ricava indicazioni sulla condizione di salute del timpano e delle strutture dell’orecchio medio: in particolare, un timpanogramma piatto o con il picco della curva spostato verso valori di pressione negativi può essere indicativo per la diagnosi di sordità rinogena.

Nei bambini, in particolare, il timpanogramma è fondamentale per individuare l’eventuale presenza di infiammazioni dell’orecchio medio, come l’otite catarrale, molto diffusa in età infantile e causa principale di sordità rinogena in ambito pediatrico. Inoltre, il timpanogramma è molto utile anche per il monitoraggio della condizione di salute dell’udito, soprattutto nei bambini.

Ipoacusia bilaterale: diagnosi

Durante la visita lo specialista raccoglie tutte le informazioni necessarie per valutare i sintomi presenti e individuare le cause della perdita di udito, per esempio altri casi in famiglia di ipoacusia bilaterale e la presenza di fattori di rischio (esposizione al rumore, assunzione di farmaci ototossici ecc.).

Il medico effettua poi una valutazione dell’orecchio utilizzando l’otoscopio per individuare ostruzioni dovute al cerume, anomalie o infezioni.

Il paziente viene poi sottoposto a specifici esami dell’udito, i più comuni dei quali sono l’esame audiometrico tonale e l’impedenzometria. Il primo consiste nell’inviare al paziente, tramite una cuffia, toni con frequenze diverse in un orecchio o nell’altro: quando il paziente li percepisce lo segnala, di solito alzando la mano corrispondente. In questo modo vengono identificate per ogni tono le frequenze più basse che il paziente percepisce in entrambe le orecchie, che sono registrate sull’audiogramma, nel quale è indicata la soglia uditiva del paziente. I risultati vengono poi confrontati con quelli di riferimento per un udito normale.

L’impedenzometria, invece, è un esame obiettivo che utilizza una piccola sonda introdotta nel condotto uditivo per ottenere dei tracciati visibili attraverso uno specifico strumento, l’impedenzometro: la lettura dei tracciati consente di valutare il livello di elasticità della membrana timpanica, e quindi la corretta trasmissione del suono, e fornisce indicazioni sulle condizioni del timpano e dell’orecchio medio; inoltre, permette di individuare l’eventuale presenza di otosclerosi.

Se necessario, dopo questi test lo specialista potrà prescrivere ulteriori approfondimenti, con esami uditivi specifici e indagini radiologiche come la risonanza magnetica e la TAC.

Per favorire la diagnosi precoce dell’ipoacusia infantile, nei primi giorni di vita del bambino viene effettuato uno screening uditivo neonatale, con un esame non invasivo eseguito durante il sonno (otoemissioni acustiche): attraverso una piccola sonda inserita nell’orecchio esterno vengono inviati al bambino stimoli acustici di diversa intensità e viene registrata la risposta. In caso di anomalie, vengono effettuati ulteriori esami di approfondimento con tecniche diverse.

Trattamento

Una volta diagnosticata, la sordità rinogena può essere curata: non si tratta di una malattia cronica, e spesso si manifesta come una patologia lieve, per la quale un trattamento tempestivo favorisce un recupero più rapido e completo della capacità uditiva. Inoltre, una corretta terapia attuata con tempistiche opportune permette di evitare complicanze collegate all’infiammazione dell’orecchio medio, che possono provocare nel lungo periodo lo sviluppo di patologie croniche o comunque severe, e richiedere interventi più importanti, come l’utilizzo di apparecchi acustici per ripristinare la capacità uditiva.

Il trattamento ha lo scopo di ripristinare le normali condizioni di ventilazione dell’orecchio medio, eliminando l’infiammazione e il versamento endotimpanico di liquido: questo permette alla membrana timpanica e agli ossicini di recuperare la normale capacità di vibrazione e, di conseguenza, viene ripristinata la corretta trasmissione del suono.

Le terapie più indicate dipendono dalle cause che hanno provocato l’ipoacusia.

Il trattamento farmacologico prevede l’utilizzo di antibiotici in presenza di infezione batterica delle vie aeree superiori.

Le terapie inalatorie con farmaci cortisonici e mucolitici hanno lo scopo di contrastare l’infiammazione e di rendere più fluido il liquido accumulato nell’orecchio medio per via del versamento endotimpanico, modificandone la composizione, anche se non ostacolano la secrezione mucosa.

Un’opzione terapeutica importante per la sordità rinogena è rappresentata dalla terapia termale.

Le cure termali, infatti, permettono di liberare la tuba di Eustachio e l’orecchio medio dall’accumulo di liquido, favorendo il drenaggio delle secrezioni.

Alle terme vengono proposte diverse terapie utili per il trattamento della sordità rinogena, che sfruttano le proprietà curative delle acque termali sulfuree e salsobromoiodiche nelle patologie croniche e acute delle vie aeree; grazie alla particolare composizione chimica, ricca di zolfo e di altri elementi come il bromo, lo iodio e il magnesio, l’acqua termale rende fluide le secrezioni, favorisce la pulizia delle mucose, esercita un’azione antisettica e antinfiammatoria e può stimolare il sistema immunitario potenziando la risposta alla infiammazioni e alle infezioni.

Le cure termali più comuni per il trattamento della sordità rinogena sono:

  • le inalazioni e le vaporizzazioni con acqua termale; in particolare, la doccia nasale micronizzata permette di nebulizzare l’acqua termale direttamente nella cavità nasale, consentendo una efficace rimozione delle secrezioni dalle vie aeree
  • le insufflazioni endotimpaniche (o cateterismi tubarici), trattamenti in cui l’idrogeno solforato, un gas ricavato dalle acque termali sulfuree, viene introdotto nella cavità nasale tramite un catetere e raggiunge la tuba di Eustachio, fluidificando le secrezioni e favorendone il drenaggio
  • il politzer crenoterapico vibrato, un trattamento alternativo alle insufflazioni endotimpaniche, utilizzato nei bambini e nei pazienti che non possono essere sottoposti a caterismo tubarico; in questo caso l’idrogeno solforato viene erogato nel condotto uditivo introducendo una piccola oliva nasale in una delle narici e occludendo l’altra.

Le terapie effettuate alle terme, così come il lavaggio nasale frequente con soluzione salina, soprattutto nei bambini, possono risultare misure efficaci anche per la prevenzione dell’otite media catarrale e quindi della sordità rinogena.

Infine, nei casi più gravi di sordità rinogena può essere necessario ricorrere alla chirurgia per rimuovere un eventuale ostacolo fisico che impedisce il passaggio dell’aria attraverso la tuba di Eustachio.