Nel mondo ci sono circa 415 milioni di persone che soffrono di diabete; il dato europeo si assesta intorno ai 60 milioni. Secondo la Società Italiana di Diabetologia in Italia, nel 2016, c’erano quasi 4 milioni di persone che hanno dichiarato di essere affette da diabete, cioè il 5,3% dell’intera popolazione.
Nel 90% dei casi il diabete è di tipo II, vale a dire che vi è un deficit parziale di secrezione insulinica; quest’ultima, che non è altro che un ormone secreto dalle cellule beta del pancreas, diminuisce nel tempo, ma non arriva mai ad essere carente in maniera assoluta. L’insulina è un ormone indispensabile per il mantenimento dell’omeostasi glicemica ematica. Un deficit di insulina, infatti, determina un’alta concentrazione di glucosio nel sangue, con diverse conseguenze, tra cui un pericoloso aumento dei livelli di viscosità ematica. Inoltre, l’iperglicemia causa, nel tempo, importanti complicazioni vascolari come microangiopatia e/o macroangiopatia che, di fatto, predispongono il soggetto al rischio di incorrere in patologie come infarto, ictus, retinopatia, nefropatia, disfunzione erettile, ulcerazioni e neuropatia periferica; patologie che hanno come comune denominatore alterazioni di natura cardiovascolare.
Quale correlazione tra diabete e ipoacusia
In letteratura sono presenti numerosi studi clinici ed epidemiologici che si focalizzano sul diabete, ma sono pochi quelli che hanno esaminato direttamente l’interazione fisiopatologica tra diabete e ipoacusia.
Le due condizioni sono estremamente comuni, in particolar modo nella popolazione adulta. Fukushima et al (2006) e Akinpelu et al (2014) hanno confermato non solo l’ipotesi di microangiopatia diabetica a carico delle strutture cocleari, evidenziando un ispessimento nella membrana basale dei capillari della stria vascolare, ma anche una perdita significativa di cellule ciliate esterne, in particolare nel giro basale della coclea.
Nel 2017, l’International Journal of Epidemiology ha pubblicato un ampio studio di coorte su 253.301 persone normoacusiche con diagnosi di diabete. I soggetti arruolati sono stati sottoposti a test ed esami tra il 2002 al 2014. Tra questi, 2.817 persone hanno sviluppato ipoacusia bilaterale; questo risultato ha permesso ai ricercatori di dimostrare che vi è una correlazione tra diabete e rischio aumentato di sviluppare ipoacusia. Risultati che portano nella medesima direzione sono stati ottenuti più recentemente da Gupta et al (2019).
Di conseguenza, nonostante se ne continui a parlare poco, secondo Elangovan et al (2019), l’esistenza di una cocleopatia diabetica è ormai un dato di fatto: l’ipoacusia neurosensoriale sembrerebbe essere causata dalle alterazioni vascolari, come appunto l’ispessimento delle pareti dei vasi e il ridotto flusso sanguigno a livello della coclea.
Ipoacusia e diabete appartengono entrambe all’ampio gruppo delle patologie croniche, insieme alle cardiopatie, l’ictus, il cancro, le malattie respiratorie croniche, i disturbi muscolo-scheletrici e dell’apparato gastrointestinale e i difetti della vista.
Da un punto di vista generale, queste malattie sono assai insidiose: spesso hanno origine in età giovanile, ma si manifestano clinicamente anche dopo decenni. Una volta che la sintomatologia diventa evidente, essa richiede un’azione terapeutica a lungo termine. Tuttavia, dal momento che alla base delle principali malattie croniche vi sono fattori di rischio comuni e modificabili, come alimentazione poco sana, consumo di tabacco, abuso di alcol e mancanza di attività fisica, un’adeguata attività di prevenzione potrebbe permettere di prendere per tempo queste patologie e limitare i loro effetti dannosi.
La prevenzione secondo l’OMS
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha elaborato un documento circa la strategia che i Paesi Europei dovrebbero seguire per la prevenzione e il controllo delle malattie croniche, attraverso un’azione integrata e multidisciplinare sui fattori di rischio e sui relativi determinanti di salute, oltre che a un generale rafforzamento del sistema sanitario al fine di migliorare l’attività di prevenzione e di screening della popolazione.
Nel 1985, in Italia, i casi noti di diabete erano circa 1,5 milioni, in 30 anni sono più che raddoppiati. Tra 15-20 anni si stima che il numero degli individui affetti salirà probabilmente a 7 milioni.
Pertanto, concordando con i principali risultati pubblicati in letteratura e con la direzione delineata dall’OMS, un’attività di screening volta alla ricerca di alterazioni uditive nella popolazione diabetica e, viceversa, di alterazioni della glicemia nelle persone affette da ipoacusia, potrebbe portare all’attuazione di tempestive strategie correttive e/o terapeutiche che, di fatto, possono tradursi in un effettivo miglioramento della qualità della vita della popolazione generale.
Reference
https://www.siditalia.it/pdf/Il%20Diabete%20in%20Italia_p.pdf
Fukushima H, Cureoglu S, Schachern PA, Paparella MM, Harada T, Oktay MF. Effects of type 2 diabetes mellitus on cochlear structure in humans. Arch Otolaryngol Head Neck Surg. 2006;132(9):934-938.
Akinpelu OV, Ibrahim F, Waissbluth S, Daniel SJ. Histopathologic changes in the cochlea associated with diabetes mellitus–a review. Otol Neurotol. 2014;35(5):764-774.
Kim MB, Zhang Y, Chang Y, et al. Diabetes mellitus and the incidence of hearing loss: a cohort study [published correction appears in Int J Epidemiol. 2017 Apr 1;46(2):727]. Int J Epidemiol. 2017;46(2):717-726.
Gupta S, Eavey RD, Wang M, Curhan SG, Curhan GC. Type 2 diabetes and the risk of incident hearing loss. Diabetologia. 2019;62(2):281-285.
Elangovan S, Spankovich C. Diabetes and Auditory-Vestibular Pathology. Semin Hear. 2019;40(4):292-299.
https://www.epicentro.iss.it/croniche/pdf/Strategia_europea_italiano.pdf