Oggi, 12 Marzo 2021, parliamo di

Malattia renale cronica: quali effetti sull’udito?

Controlli audiologici periodici aiutano a prevenire lo sviluppo di ipoacusia neurosensoriale in pazienti affetti da MRC.

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L’11 marzo è stata celebrata la Giornata Mondiale del Rene e non appena qualche giorno fa, il 3 marzo, la Giornata Mondiale dell’Udito. Ma quali aspetti hanno in comune? Un nuovo studio esplora la loro relazione e come prevenire i danni uditivi.

Secondo uno studio recente della Società Italiana di Nefrologia (SIN) la prevalenza di malattia renale cronica (MRC) è pari al 7% nella popolazione italiana, ma può raggiungere valori fino al 50% se in presenza di diabete, ipertensione arteriosa, obesità e dislipidemia. Questi stessi rappresentano parte dei fattori di rischio per lo sviluppo di ipoacusia. Infatti, i reni e le orecchie sono strutturalmente, funzionalmente e biologicamente simili, perciò le condizioni che colpiscono uno potrebbero colpire anche l’altro.

Quale correlazione tra ipoacusia e malattia renale cronica

L’associazione tra malattia renale cronica e perdita dell’udito è già ampiamente conosciuta in presenza di quadri sindromici, come la Sindrome di Alport.  Esistono però quadri clinici, in assenza di sindromi, che presentano cali di udito in concomitanza a malattie renali croniche. La spiegazione risiede nelle somiglianze anatomiche, fisiologiche, patologiche e farmacologiche tra il nefrone e la stria vascolare della coclea. Le funzionalità labirintica e renale condividono gli articolati processi di regolazione dell’acqua e degli ioni che dipendono dal funzionamento di diversi sistemi di pompa protonica, la cui funzione è quella di mantenere l’omeostasi di pH e ioni.

È stata dimostrata l’esistenza di una connessione immunologica tra il rene e l’orecchio interno, in quanto gli anticorpi diretti contro il nefrone si depositano anche nella stria vascolare, causando la compromissione delle strutture cocleari.

Inoltre, alcuni farmaci utilizzati per la cura di malattie renali risultano essere ototossici. Per questo motivo, le ricerche sostengono che i soggetti sottoposti a terapie per problemi renali dovrebbero porre maggiore attenzione ad eventuali cambiamenti uditivi, eseguendo controlli uditivi periodici.

L’ultimo studio scientifico

La presenza di ipoacusia incentrata sulle alte frequenze è stata dimostrata da un recente studio, Hearing and Kidney: Effects of Chronic Kidney Disease on Various Auditory Parameters (2020), il quale ha indagato l’incidenza e la prevalenza della perdita di udito nei pazienti con malattia renale cronica. Gli individui con tale patologia sviluppano una perdita di udito neurosensoriale con il progredire della malattia. L’eziologia di questa ipoacusia non è ben definita anche se si ritiene che i cambiamenti fisiopatologici e biochimici associati alla MRC causino danni alle vie uditive, sia a livello di organo sensoriale che neuronale.

Il presente studio di tipo osservazionale prospettico è stato condotto su un campione di 100 pazienti adulti con MRC ed un gruppo di controllo costituito da 50 soggetti sani. L’età del campione preso in esame era compresa tra i 18 e i 75 anni, i soggetti soffrivano di MRC di stadio 3, 4 e 5 e perdita dell’udito neurosensoriale. Il campione preso in esame è stato sottoposto a valutazione audiologica mediante esame audiometrico tonale e potenziali evocati uditivi (ABR).

I risultati hanno riportato una perdita uditiva di media entità maggiore sulle frequenze acute per i soggetti con MRC. Rispetto ai controlli sani, è stato osservato un ritardo altamente significativo nelle latenze delle onde ABR sia assolute che negli intervalli interpicco, dimostrando che l’udito è permanentemente influenzato dall’insufficienza renale cronica a tutti i livelli della via neurale uditiva. Il presente studio non ha registrato un miglioramento nelle latenze delle onde nel gruppo dializzato rispetto a quello non dializzato. Inoltre, è stata dimostrata l’utilità dell’esame ABR nella diagnosi precoce e nella gestione della disfunzione del SNC, del deterioramento cognitivo e della perdita dell’udito neurosensoriale nei pazienti con malattia renale cronica.

In conclusione, i risultati ottenuti sono in accordo con gli studi precedenti, Wu, K. et al. (2020) e Liu, W., et al (2020), le cui evidenze riportavano un maggiore rischio di sviluppare ipoacusia neurosensoriale in pazienti con MRC, direttamente proporzionale alla durata della malattia.

I controlli audiologici dovrebbero essere effettuati con una certa periodicità, istruendo i pazienti con MRC a prestare attenzione alla propria condizione uditiva sin dalle prime fasi della malattia, in modo da consentire l’attuazione di interventi adeguati al momento  e prevenire lo sviluppo della perdita uditiva.

Reference

Deepak Jain, H. K. Aggarwal, Shailesh Bhatia, Jaikrit Bhutani Hearing and Kidney: Effects of Chronic Kidney Disease on Various Auditory Parameters – Results from a Tertiary Care Hospital in India J MEDICINE 2020; 21: 31-35

Liu, W., Meng, Q., Wang, Y. et al. The association between reduced kidney function and hearing loss: a cross-sectional study. BMC Nephrol 21, 145 (2020).

Wu, K. L., Shih, C. P., Chan, J. S., Chung, C. H., Lin, H. C., Tsao, C. H., Lin, F. H., Chien, W. C., & Hsiao, P. J. (2020). Investigation of the relationship between sensorineural hearing loss and associated comorbidities in patients with chronic kidney disease: A nationwide, population-based cohort studyPloS one15(9), e0238913.

https://sinitaly.org/